Art director e copywriter, la coppia creativa per definizione, rappresentano insieme il perfetto equilibrio tra immagini che parlano e parole che mostrano. Se vi state chiedendo da chi dei due nasce l’idea vi dico già che non c’è risposta a questa domanda. Inutile come il dilemma dell’uovo e della gallina (non quello che dice che è meglio un uovo oggi, che ci sta, quell’altro). La creatività nasce dalla condivisione. Dalla capacità di sapere cogliere la scintilla nella nebbia e trasformarla in fuoco. Non importa chi l’abbia accesa per primo, è lavoro di squadra.

L’uno carica di senso l’altro, ne potenzia le capacità di espressione, dà la chiave di lettura al suo pensiero. In questo articolo non mi soffermerò sul processo creativo, ma proprio sul diverso significato che assumerebbero parole e immagini se non si supportassero reciprocamente.

La frase più bella potrebbe passare inosservata se visualizzata nel modo sbagliato. L’art director può darle il tono di un sussurro oppure di un urlo disperato, semplicemente spostando le parole in uno spazio vuoto. Già, perché noi percepiamo il senso di un testo anche in relazione con lo spazio in cui esiste. L’impaginazione ha la forza modificare il significato di un pensiero.

E viceversa ovviamente. Immagino di avere davanti un’immagine bella, espressiva. La guardo perché mi piace, ma come faccio ad avere la certezza che il messaggio vada a segno? Aggiungo un titolo e diventa subito vivida, carica di emozioni. Adesso mi parla. Parlare con le immagini è più intuitivo, ma le immagini hanno bisogno di essere interpretate, guidate. Bisogna farle flirtare con le parole.

È dal confronto continuo tra copywriter e art director che nasce il messaggio pubblicitario. Sono la coppia creativa dell’agenzia. E come ogni coppia, hanno una sorta di tensione professionale fatta di incontri e scontri. E non c’è niente di più costruttivo per la ricerca di equilibrio e perfezione in un’idea. Sempre che la perfezione esista.