Il 2020 ce lo ricorderemo per sempre come l’anno del Covid. E pensare che, quando è arrivato, sembrava pure un bel numero con quel doppio venti che preludeva a qualcosa di straordinario. In effetti. Ma non era così che intendevamo: uno quando pensa a qualcosa di speciale lo fa in senso positivo, ma questo si sta rivelando proprio un annaccio bisestile che peggio non si può.

Tutto è ufficialmente iniziato a Carnevale, niente festeggiamenti (era l’ultimo dei pensieri, ci mancherebbe) e da lì in poi, ironia della sorte, tutti con la maschera. È diventata la nostra nuova identità. In realtà ci hanno detto che le mascherine non servivano a nulla, ma è iniziata ugualmente la corsa a procurarsele. Poi ci hanno detto che dovevamo restare a casa e improvvisamente ogni quotidianità è diventata più complicata: la spesa, la scuola, il lavoro che si è trasformato in “smart” (cosa che, quando si hanno dei bambini a casa, diventa davvero un’impresa da supereroi).

Io mi occupo di digital marketing e mi ritengo fortunata perché il mio lavoro posso farlo dove mi pare – anche se la connessione, diciamocelo, a casa è quello che è – ma mia figlia fa la terza elementare è non è in grado di affrontare da sola le sue lezioni in e-learning (altrimenti farebbe la terza superiori). In compenso però ora so tutto sugli australopitechi e so fare anche le divisioni in colonna. Senza calcolatrice intendo. Tutto sommato un bilancio positivo per me, più skills decisamente. Senza contare che, più passano i giorni, più imparo a gestire un sacco di cose contemporaneamente e mi sento davvero Wonder Woman… non così bella, intendiamoci, ma sto ancora lavorando sulla trasformazione. Certo che con i parrucchieri chiusi è un’impresa anche questa.

Cerchiamo di riderci su, ma tutti stiamo affrontando tante difficoltà. Per alcuni grandi. È un po’ che va di moda la parola “resilienza”. È un termine che mi piace, forse perché chi lo usa ha sempre quel non so che di radical chic che desta ammirazione. È una parola che racconta perfettamente quello che stiamo vivendo. Io personalmente non l’avevo mai usata… più che altro per la mia attitudine a stare alla larga da quello che va di moda, che mi sembra sempre un po’ abusato. Mai come adesso però ne comprendo appieno il significato. Resilienti è quello che stiamo dimostrando di saper essere: ci siamo piegati, ma non ci siamo rotti.

Forse è questo il ricordo che conserveremo di questo periodo.