24 ore alla ribalta e poi bye bye… chi ha visto ha visto, il tempo è scaduto e i contenuti spariscono. La creatività si è davvero fatta usa e getta? No, ovviamente. Saremmo disposti ad urlarlo con i megafoni. Non dobbiamo mai commettere l’errore di pensare che la “visibilità con il countdown” che abbiamo a disposizione con lo strumento delle Instagram Story possa essere una scusa per permetterci di comunicare in maniera meno accurata. Anche perché, ricordiamolo sempre, ci rivolgiamo ad un utente super profilato e ci troviamo in un contesto in cui il livello di attenzione è altissimo. Praticamente una bomba per il marketing. Se uso un linguaggio poco attento, se commetto errori, se offro contenuti di qualità non adeguata, perdo la fiducia dei miei follower. Viene meno la mia brand reputation. E, fidatevi, poi recuperala è faticoso, infinitamente più che mantenerla.

D’altra parte, oggi parliamo di Instagram Story, ma non è sempre stato così? I messaggi pubblicitari che vediamo per televisione non restano certo in qualche archivio che ogni tanto andiamo a controllare per prendere idee. I famosi “consigli per gli acquisti” di Jerry Scotti, pure loro, una volta visti vanno a disperdersi da qualche parte nell’etere. Eppure, nessuno si sognerebbe di mandare in onda una tabellare in TV di basso livello motivato dall’idea che tanto sono on air una sola settimana e poi non mi vedono più…

Le campagne social sono una risorsa incredibile perché ci troviamo in un contesto in cui possiamo essere certi di avere l’attenzione esattamente degli utenti che più ci interessano. E allora i contenuti devono per forza essere impeccabili, durino quel che durano.

Ma perché funzionano tanto le Story?
Ci consentono di prendere una posizione, di affacciarci all’attualità associandoci ad eventi cosiddetti “real time”: una giornata mondiale che mi rappresenta, un avvenimento speciale, un modo per dire “oggi ci sono anche io”. Sono un mezzo per condividere, per esporsi potendo permettersi anche di presentarsi in veste mesto istituzionale… e questo è poi il grande valore aggiunto della durata breve.
Le Story sono anche il primo strumento che prevede l’utilizzo dello smartphone, ormai una riconosciuta appendice delle nostre braccia, in modalità full screen e in posizione verticale. Tutto questo rende l’interazione da parte dell’utente molto naturale ed immediata.
Un motivo in più per non abbassare mai l’asticella della creatività.